L’intelligenza artificiale per battere le malattie rare

La ricerca delle Scotte sulla Sindrome di Rett riceve finanziamento da un milione. Il progetto è risultato primo nel bando ministeriale. Ecco in cosa consiste

Intelligenza artificiale applicata alla genetica medica e ricerca scientificva fanno carpire all’Azienda ospedaliero-universitaria Senese un finanziamento da un milione di euro, per un progetto di studio sulla sindrome di Rett, malattia rara.

Il progetto, basato sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la previsione dell’insorgenza dei sintomi e la variabilità fenotipica nella sindrome di Rett, è coordinato dalla professoressa Alessandra Renieri, direttore della Genetica Medica. “Il progetto – spiega la professoressa Renieri – sottoposto al Ministero della Salute nel bando PNRR M6C2, è risultato primo nella sezione malattie rare ed è stato finanziato con 1 milione di euro, che sarà suddiviso tra i centri partecipanti”. Il coordinamento è realizzato a Siena e sono coinvolti anche l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto di Scienze e tecnologie della cognizione del Cnr e l’Istituto di ricovero e cura ’Associazione Oasi Maria SS. onlus’ di Troina.

“Gli obiettivi principali sono tre – prosegue Renieri -. Il primo è la caratterizzazione fenotipica delle prime fasi della malattia, utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale in modo da sviluppare uno strumento digitale che riconosca automaticamente i neonati con sospetta sindrome di Rett, sulla base di schemi atipici di movimenti ed espressioni facciali nei primi sei mesi di vita. A tal fine, verranno raccolte registrazioni home video retrospettive di neonati successivamente diagnosticati con Rett e di bambini a sviluppo tipico compresi tra 0 e 6 mesi. Il secondo obiettivo è l’identificazione delle caratteristiche molecolari cerebrali precoci della Rett nel modello murino, che ci permetteranno di capire meglio i meccanismi di malattia anche a fini terapeutici. Infine il terzo obiettivo è l’identificazione di varianti genetiche, in aggiunta al gene MECP2, che influenzano la variabilità della gravità della malattia che si estende da una disabilità grave a forme di autismo. Verrà effettuato un reclutamento dei pazienti Rett, sia nella forma classica grave che nella variante lieve di autismo, che porta l’eponimo Zappella, già direttore della Neuropsichiatria Infantile, di cui oggi è responsabile il dottor Roberto Canitano, esperto di autismo. Verranno inoltre fatte analisi del genoma tramite sofisticate tecnologie, tra cui ’Whole Genome Sequencing’”.

L’analisi genetica sarà eseguita su circa 250 pazienti con una profonda caratterizzazione clinica, basata su una batteria di tratti quantitativi ben definiti. L’Associazione Italiana Rett, con presidente Lucia Dovigo, è nata alle Scotte nel 1990.