Più fondi per lotta ad Alzheimer, malattie rare e tumori: cosa c’è di nuovo in manovra per la sanità

È arrivato nella notte tra il 17 e il 18 dicembre (dopo cinque ore di votazioni) il via libera al testo definitivo della Manovra da parte della Commissione bilancio al Senato, dopo l’ok agli emendamenti del Governo.

Diverse le novità in materia di sanità: tra queste, la destinazione di maggiori risorse per la lotta all’Alzheimer, ma anche un fondo per potenziare i test di Next-generation sequencing per la diagnosi di malattie rare.

Al via anche un fondo per sostenere le spese veterinarie dei proprietari di animali d’affezione Ora la palla passa al Senato, che discuterà il testo il prossimo mercoledì 20 dicembre. Mentre la votazione è prevista per la mattina di venerdì 22. Il ddl passerà poi alla Camera per un rapido esame e terminare l’iter di approvazione nella settimana tra Natale e Capodanno.

Per quanto riguarda il fondo sanitario nazionale, confermato l’incremento di tre miliardi di euro per il 2024; di quattro miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi a partire dal 2026. Risorse che saranno destinate, nelle intenzioni del Governo, a abbattere le liste di attesa nonché a garantire il rinnovo dei contratti dei professionisti sanitari.

Fondo per l’Alzheimer a quasi 35 miliardi

 4,9 milioni di euro in più per il 2024 e 15 per il 2025 e 2026. È quanto verrà destinato al fondo Alzheimer e demenze, grazie a un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio del Senato.

Secondo i dati più aggiornati, si stima che in Italia siano circa 1 milione e 200mila i casi di demenza, di cui 700 mila di Alzheimer. Si tratta della terza causa di morte tra gli over 65 in Europa occidentale e una delle principali cause di disabilità nella popolazione over 60 a livello mondiale.

 Rifinanziato il fondo di profilazione genetica

Tra gli emendamenti approvati trova spazio anche quello che rifinanzia il fondo di profilazione genomica dei tumori. Si tratta di un fondo istituito su iniziativa del Movimento cinque stelle, all’interno della Legge di bilancio per il 2022, ma finanziato solo fino al 2023. Ora è previsto uno stanziamento di un milione di euro anche per il 2024.

Un milione per il fondo diagnosi avanzata

 Via libera anche all’emendamento alla legge di bilancio sulle malattie rare e i tumori rari. Nello specifico, viene istituito un fondo per la diagnosi avanzata, con lo stanziamento di un milione di euro di un altro milione per i test di profilazione genomica dei tumori.

Salta finanziamento a fondazione Ebri di Levi Montalcini

“Per la prima volta si sono dimenticati di finanziare in manovra il centro di ricerca voluto da Rita Levi Montalcini”. Lo ha fatto sapere la senatrice del Pd Beatrice Lorenzin a margine della seduta della commissione Bilancio del Senato,

La norma, a firma della senatrice dem e che prevedeva per il 2024 il contributo di 1 milione di euro per la Fondazione Ebri, ha ricevuto parere contrario e su richiesta di Lorenzin è stata trasformata in ordine del giorno. Secondo quanto ha spiegato l’esponente del Pd “senza questo finanziamento la Fondazione rischia la chiusura”.

Niente proroga smart working per lavoratori pubblici fragili

 Salta la proposta normativa che prevedeva la proroga di un mese dello smart working per i dipendenti pubblici fragili e che spostava la scadenza dal 31 dicembre 2023 al 31 gennaio 2024.

Salve pensioni medici, possibile rimanere al lavoro fino a 70 anni

 Salve invece le pensioni di vecchiaia dei medici con penalizzazioni light per le anticipate. La commissione Bilancio al Senato ha approvato prima le proposte di modifica dell’opposizione e poi quelle di Governo e relatori sui temi della discordia.

La commissione ha dato luce verde a un emendamento del Governo all’articolo 33 che mette al riparo dai tagli le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari e alleggerisce la decurtazione per i sanitari con una riduzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro. I dirigenti medici e gli infermieri, se lo vorranno, potranno inoltre rimanere al lavoro fino a 70 anni.

Per i sindacati la manovra è schiaffo a Ssn

Le reazioni dei sindacati al via libera agli emendamenti alla manovra non si sono fatti attendere.

“La manovra economica per il 2024 è l’ennesimo schiaffo al Servizio sanitario pubblico e ai suoi professionisti”. E “senza confronto e senza novità sostanziali sulle richieste alla base delle nostre mobilitazioni, a gennaio proseguiremo con 48 ore di sciopero, le cui date verranno comunicate non appena sentite la basi associative”.

Lo annunciano Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing up, convinti che la manovra, così come prospettata, “mortifica i principi della salvaguardia della sanità pubblica e del diritto alla tutela della salute che continuano a non essere tra le priorità di questo Paese, a prescindere dal colore e dall’appartenenza politica di chi lo governa”.

Ordine medici solidale con sciopero categoria

“Il messaggio che i colleghi vogliono lanciare oggi è che il Ssn ha bisogno di aiuto”. “Solidarietà e vicinanza”, quindi, ai dirigenti medici, veterinari e operatori del Servizio sanitario nazionale che sono in sciopero. A esprimerle, a nome della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), il suo presidente, Filippo Anelli, in merito alla protesta che prevede un blocco di 24 ore di tutti i servizi della sanità ospedaliera e territoriale non indispensabili per le diagnosi, le cure non urgenti, la sicurezza e le forniture alimentari, proclamata dalle sigle Aaroi-Emac, Fassid, Fvm e Cisl medici.

E intanto, ricorda Anelli, anche Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up annunciano per gennaio due nuove giornate di sciopero, dopo quella del 5 dicembre: “il malessere è trasversale alla professione medica, alle professioni sanitarie”, sottolinea.

Lo sciopero infatti, continua Anelli, “è ancora una volta l’espressione del malessere, del disagio che vivono i professionisti del nostro Ssn. Un disagio che ha radici lontane ma per il quale è ora urgente trovare soluzioni che ridiano certezze positive ai medici e ai professionisti sanitari. I medici vogliono esercitare la loro professione nella maniera migliore, senza la minaccia delle denunce, e senza condizionamenti che mortifichino gli atti medici. Il messaggio che i colleghi vogliono lanciare oggi è che il Servizio sanitario nazionale ha bisogno di aiuto. L’obiettivo è preservare la sanità pubblica e universalistica; arrestare, valorizzando i suoi professionisti, l’emorragia di professionalità che la sta indebolendo; eliminare l’anacronistico tetto di spesa per l’assunzione di personale”.

In gioco il futuro del Servizio sanitario nazionale

Ad assecondare la protesta anche il Sindacato medici italiani (Smi). “Non basterà l’emendamento del Governo alla Legge di bilancio 2024 che riduce i tagli sui redimenti delle pensioni di alcune categorie di dipendenti pubblici, tra queste i dirigenti medici, dipendenti del Servizio sanitario nazionale, a fermare le proteste della categoria, di questi giorni. La mobilitazione dei medici ospedalieri e quelli dell’area convenzionata continuerà, perché oggi è in ballo molto di più della pensione dei medici: attualmente è in gioco il futuro del Ssn, che sta crollando un pezzo alla volta”. Così Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani (Smi).

“Le proteste di questi giorni – sostiene Onotri – sono servite a far fare una parziale marcia indietro al Governo per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia ma non per quelle anticipate. Questo significa che per non avere penalizzazioni sull’importo della pensione gli uomini devono lavorare 41 anni e 10 mesi e donne 40 anni 11 mesi. Se si tiene conto che nel nostro Paese un giovane medico si laurea intorno ai 25/26 anni si costringono, così, i medici a lavorare fino a 68, 70 anni. Bisogna tener conto, inoltre, che il personale sanitario è formato dal 70% da donne, che sono impegnate per le loro famiglie in pratiche di accudimento, di caregiver familiari. Sobbarcarsi questa vita lavorativa, che risulta essere infinita, con un aumento dei carichi di lavoro, soprattutto dopo il Covid dove le condizioni lavorative a livello organizzativo sono peggiorate moltissimo, è diventato insostenibile”.