LEA ed esenzioni malattie rare: troppo lenti i tempi di aggiornamento, troppi pazienti attendono

Le prestazioni aggiornate nel 2017 entreranno in vigore nel 2024

I Livelli essenziali di assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale (tasse). I LEA sono stati definiti per la prima volta dal DPCM 29 novembre 2001, dall’allora Governo Berlusconi, con Girolamo Sirchia a capo del  Ministero della Sanità.

La lista è stata successivamente integrata ed estesa con il ben noto DPCM 12 gennaio 2017 (Supplemento ordinario n. 15 G.U. 18 marzo 2017), che ha vincolato 800 milioni di euro per l’aggiornamento dei LEA e ha provveduto a:

  • definire le attività, i servizi e le prestazioni garantite ai cittadini con le risorse pubbliche messe a disposizione del Servizio sanitario nazionale;
  • descrivere con maggiore dettaglio e precisione prestazioni e attività già incluse nei livelli essenziali di assistenza;
  • ridefinire e aggiornare gli elenchi delle malattie rare e delle malattie croniche e invalidanti che danno diritto all’esenzione dal ticket;
  • innovare i nomenclatori della assistenza specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica, introducendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed escludendo prestazioni obsolete.

Per garantire l’aggiornamento continuo, sistematico, su regole chiare e criteri scientificamente validi dei Livelli essenziali di assistenza, è stata istituita la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza nel Servizio sanitario nazionale. Inoltre, è stato istituito anche il Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Comitato LEA).

IL COMITATO LEA

Con decreto del Ministro della Salute del 21 novembre 2005 è stato istituito, presso il Ministero stesso, un Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Comitato LEA), cui è affidato il compito di verificare l’erogazione dei LEA in condizioni di appropriatezza e di efficienza nell’utilizzo delle risorse, nonché la congruità tra le prestazioni da erogare e le risorse messe a disposizione dal Servizio Sanitario Nazionale.

LA COMMISSIONE LEA

Costituita con decreto ministeriale 5 maggio 2020 e parzialmente modificata con decreto ministeriale 1 ottobre 202022 febbraio 202123 giugno 20215 novembre 2021 e 19 novembre 2021, la Commissione dura in carica tre anni a decorrere dalla data di insediamento e svolge le attività previste dall’articolo 1, commi 557 e 558, della citata legge n. 208/2015.

Tra i compiti più importanti della Commissione c’è quello di raccogliere e vagliare tutte le richieste di modifica dell’elenco dei LEA, in termini di inclusione di nuove patologie, modifica di prestazione e/o servizi già in elenco ed esclusione di prestazioni e/o servizi.

UN MANDATO SCADUTO E NON RINNOVATO

Il mandato della Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza nel Servizio sanitario nazionale, insediata nella stessa data nel 2020 presso il Ministero della Salute, è scaduto lo scorso 28 luglio.

Compito della Commissione, tuttavia, è solo di quello di vagliare e approvare le richieste di modifica dei LEA, senza però la possibilità di rendere l’aggiornamento veramente operativo. Ciò che consente il recepimento delle modifiche, infatti, è l’aggiornamento del cosiddetto “decreto tariffe”, contenente i nomenclatori (tariffari) di riferimento da un lato per ausili e protesi e dall’altro per la diagnostica.
I nomenclatori che renderanno effettive le modifiche dei LEA effettuate nel 2017 sono stati approvati ufficialmente ad agosto, ed entreranno in vigore nel 2024.

Se è vero dunque che i codici di esenzione per malattie rare aggiornati nel 2017 sono entrati in vigore a settembre 2017, alcune delle prestazioni ad esse correlate saranno effettive solo dal prossimo anno.

Parliamo ad esempio di prestazioni di accertamento diagnostico, in particolare relative alle indagini genetiche, di una serie di malattie metaboliche rare. Nel nuovo elenco compaiono però anche più semplici prestazioni di dosaggio enzimatico metabolico, prima escluse dall’elenco e quindi di fatto non eseguibili in regime pubblico.

LE RICHIESTE DI AGGIORNAMENTO E INCLUSIONE NEI LEA

Dal 2016 al 2020 sono state 187 le richieste di aggiornamento e inclusione dei LEA: 49% da associazioni di pazienti e/o cittadini, 39% da società scientifiche o enti del SSN e 12% da produttori di tecnologie sanitarie. Nel 2021 la Commissione ha concluso l’esame di 33 gruppi omogenei di richieste di aggiornamento, corrispondenti a 62 singole richieste. Parliamo di richieste di inclusione nei LEA di nuove prestazioni e/o servizi, di modifica di prestazioni e/o servizi già inclusi nei LEA (per esempio: estensione dell’indicazione di una prestazione/servizio; introduzione o modifica di condizioni di erogabilità; trasferimento di prestazioni da un setting assistenziale a un altro, ecc.), ma anche di esclusione di prestazioni e/o servizi inclusi nei LEA e ovviamente di nuove esenzioni per patologia o modifica delle prestazioni erogabili in esenzione.[Fonte: Relazione illustrativa al disegno di legge di bilancio 2022-2024]

Tra queste richieste numerose sono state le istanze di inserimento di patologie rare nell’elenco delle malattie esenti da ticket, tra le quali annoveriamo (a solo titolo esemplificativo) la cataratta congenita, la Malattia polmonare ntm, le Cisti di Tarlov, l’alopecia areata e l’algodistrofia.

IL LUNGO ITER VERSO L’EFFETTIVITÀ DEI LEA 2017

Un tentativo di sbloccare la situazione è stato messo in campo dal Ministero della Salute a gennaio 2022, trasmettendo finalmente alle Regioni il decreto di aggiornamento delle tariffe, la cui approvazione non è tuttavia andata a buon fine.

Dopo un tira e molla di mesi tra Governo e Regioni, il 4 agosto 2023, è stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 181 è stato pubblicato il Decreto del Ministero della salute del 23 giugno 2023 recante Definizione delle tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, cd. DM Tariffe.

Questo decreto recepisce, finalmente, l’aggiornamento dei LEA previsto dal DPCM del 2017, aprendo la strada a ulteriori aggiornamenti, in recepimento di quanto analizzato dalla Commissione tra il 2017 e i giorni nostri. I “nuovi” LEA entreranno in vigore dal 1° gennaio 2024 per quanto concerne le tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale e dal 1° aprile 2024 per quanto concerne le tariffe dell’assistenza protesica.

In vista della scadenza, nella seduta del 26 luglio 2023, la Conferenza delle Regioni si è occupata del rinnovo della componente di rappresentanza territoriale, designando 14 membri in totale, di cui sette effettivi e sette supplenti. Mancano, tuttavia, ancora le nomine degli altri membri (oltre al Ministro della Salute in carica): altri rappresentanti del Ministero, un membro designato dall’ISS – Istituto Superiore di Sanità, uno da AGENAS – Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, uno da AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco, uno dal Ministero dell’economia e delle finanze e alcuni delegati regionali, nominati dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome.

Il lavoro della Commissione è quindi attualmente inevitabilmente fermo.

GLI APPELLI PIÙ RECENTI DEI PARLAMENTARI

La dimensione di inaccettabilità dei tempi di attesa per il rinnovo dei LEA è stata in moltissime occasioni messa in luce dalle associazioni rappresentative del mondo del sociale, della disabilità e delle malattie rare e croniche. Ma non solo, anche diversi esponenti politici si sono adoperati per sollevare di fronte al Governo le criticità più sentite, in particolare attraverso interrogazioni sia al Senato della Repubblica che alla Camera dei Deputati.

Tra queste, l’interrogazione a risposta orale in X Commissione (Sanità e Lavoro) del Senato, presentata l’11 luglio scorso dalla Sen. Pirro (M5S), che chiede al Ministro Schillaci quali misure intenda porre in essere per evitare che l’imminente passaggio legato alla scadenza dell’attuale commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza nel servizio sanitario nazionale e all’insediamento della nuova commissione non comporti un ulteriore allungamento dei tempi per l’aggiornamento dei LEA. E ancora, l’interrogazione presentata il 14 luglio dall’On Malavasi (PD), affidata per la risposta alla XII Commissione (Affari Sociali) della Camera, che chiede sempre al Ministro quali siano le tempistiche previste per l’ulteriore aggiornamento dei LEA e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per assicurare un costante e tempestivo inserimento delle nuove prestazioni, così come previsto dalle linee di indirizzo condivise dallo stesso Ministero della Salute.

A queste si aggiunge l’interrogazione a risposta immediata in Commissione XII (Affari sociali) della Camera, presentata il 6 marzo 2023 dagli On. Quartini, Sportiello, Di Lauro e Ricciardi Marianna che sottolinea l’importanza di armonizzare i LEA e i LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali) senza incorrere nel rischio di privare o compromettere tutele già conseguite.

RICHIESTA DI AGGIORNAMENTO DEI LEA SEMPRE ATTIVA

Le richieste di inclusione, esclusione o aggiornamento delle prestazioni e dei servizi inclusi nei LEA possono essere avanzate da:

  • cittadini e associazioni di pazienti;
  • Ministero della Salute o Istituzioni da esso vigilate (AIFA, AGENAS, ISS), Aziende sanitarie, Aziende ospedaliere, Società scientifiche, IRCCS, Policlinici universitari, professionisti del SSN e loro associazioni, ecc;
  • aziende produttrici e loro associazioni.

I potenziali proponenti che appartengono a queste tre categorie possono inoltrare le proprie richieste attraverso la compilazione di moduli specifici per ciascuna categoria. Per maggiori dettagli si rimanda alla pagina dedicata sul sito del Ministero della Salute.

Come visto in precedenza, tuttavia, le proposte di integrazione non vengono affatto vagliate singolarmente e in maniera rapida e puntuale e, al contrario, richiedono tempi estremamente lunghi.

IL TESTO UNICO MALATTIE RARE DOVREBBE MIGLIORARE LE COSE

La Legge 10 novembre 2021 n,175, meglio nota come “Testo Unico sulle Malattie Rare”  è entrata in vigore il 12 dicembre 2021. Una legge fondamentale per i malati rari italiani, che interviene su una serie di tematiche sostanziali quali l’accesso alla diagnosi e alle terapie, il finanziamento alla ricerca scientifica, l’istituzione di un fondo di solidarietà e una migliore comunicazione della tematica, ma anche l’aggiornamento dell’elenco delle malattie rare esenti.

La norma prevede e consente un intervento da parte del Ministero della salute che, nelle more del perfezionamento della procedura di aggiornamento, può, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, provvedere con proprio decreto all’aggiornamento dell’elenco delle malattie rare esenti.

Questo proprio per permettere ai pazienti e alle famiglie di non dover attendere anni per gli aggiornamenti degli elenchi. Purtroppo però, come recentemente segnalato dall’On. Ilenia Malavasi con un atto ispettivo presentato al Governo, molti dei provvedimenti attuativi necessari a rendere effettiva l’applicazione del Testo Unico Malattie Rare non sono ancora stati emanati. E sono centinaia di migliaia le famiglie in attesa.