Malattie reumatologiche in età pediatrica: quali sono i campanelli d’allarme?

Il prof. Fabrizio De Benedetti (Bambino Gesù): “I sintomi da tenere sotto controllo nel bambino sono la zoppia o una febbre ricorrente che ha sempre le stesse caratteristiche”

Roma – In età pediatrica possono insorgere diverse malattie reumatologiche croniche: fra queste, le più comuni sono due, ossia le artriti idiopatiche giovanili (tra le quali è inclusa anche l’artrite idiopatica giovanile a esordio sistemico, nota anche come malattia di Still) e le febbri ricorrenti su base autoinfiammatoria.

“I dolori articolari e l’interessamento muscolo-scheletrico nel bambino sono piuttosto frequenti e spesso banali, però in alcuni casi possono essere la spia di un’artrite cronica: ne esistono diverse forme che vengono raggruppate sotto il termine di artrite idiopatica giovanile”, spiega il prof. Fabrizio De Benedetti, responsabile dell’U.O. di Reumatologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e Presidente di REUMAPED, Società Italiana di Reumatologia Pediatrica (clicca qui o sull’immagine per guardare l’intervista-video). “Anche la febbre ricorrente è un problema molto comune in pediatria, però vi sono delle febbri che tendono a ritornare con una particolare frequenza e che, soprattutto, sono sempre uguali fra loro: in questo caso si potrebbe configurare il quadro di una febbre autoinfiammatoria”.

Ci sono dunque dei campanelli d’allarme che possono far sospettare la presenza di una di queste patologie? “Per quanto riguarda le artriti idiopatiche giovanili, compresa la malattia di Still, dobbiamo ricordare che nel bambino l’artrite cronica dà sempre poco dolore, per cui, a differenza dell’adulto, il dolore non è un sintomo molto frequente. Quello che è più importante è la zoppia, che è specchio di un’impotenza funzionale, cioè una difficoltà a muovere l’articolazione in maniera sciolta. Questa è presente soprattutto al mattino: è quella che gli adulti riferiscono come rigidità articolare, e che nel bambino si vede come zoppia”, prosegue il prof. De Benedetti.

“Nelle febbri ricorrenti, invece, il sintomo più comune è proprio una febbre che tende a ritornare: in questi casi ciò che bisogna fare è raccogliere un buon diario domiciliare con i sintomi e i segni associati alla febbre”, conclude l’esperto. “Infatti, mentre le infezioni ricorrenti delle alte vie aeree sono associate a chiari sintomi di infezione (raffreddore, mal di gola o diarrea, come capita spesso nelle banali infezioni virali acute nel bambino), la febbre ricorrente su base autoinfiammatoria è sempre uguale a sé stessa, dura più o meno lo stesso numero di giorni e ha sempre le stesse caratteristiche”.