Filippo La Rocca, da Albenga a Roma a piedi per i diritti dei bambini con malattie rare

Si rimetterà in marcia nei prossimi giorni per Roma, il camminatore solitario di Albenga Filippo La Rocca. Con questa impresa, di oltre 700 chilometri, il disabile ingauno vuol continuare la sua battaglia e l’ impegno nel difendere i diritti dei bambini colpiti da malattie rare, degli emarginati, dei disabili e dei diseredati.

Già prima dello scoppio della Pandemia, nel 2020, aveva realizzato questa lunga camminata ed ora dopo due anni ed il lungo lockdown la vuol ripetere con ancora maggiore convinzione. Anche questa volta suddividerà il percorso in tappe dai 20 ai 25 km al giorno. Si tratta di una impresa di rilievo in quanto Filippo presenta una invalidità del 77% causata da infarto e successiva emiparesi che gli causa forti problemi di deambulazione. A Roma La Rocca andrà, così come fece due anni or sono, per perorare la causa dei diritti dei disabili e degli ultimi: “Cercherò anche questa volta di farmi sentire. Una volta giunto a Roma, proverò a fare come due anni fa quando ho incontrato personaggi pubblici, politici, deputati, e personaggi della Tivù. A tutti spiegherò le ragioni della mia impresa e le motivazioni che mi spingono a questo impegno”.

Questa volta, in questo gravoso e generoso impegno sportivo e sociale, Filippo non sarà solo, ma verrà sostenuto ed incitato durante il lungo cammino da tante associazioni e persone che hanno capito il valore della sua impresa. A partire da Massimo Biovi, che è stata la prima persona che ha creduto in La Rocca.

Il progetto della camminata Albenga- Roma è legato al grande sogno di Filippo:

“Un giorno – conclude -vorrei riuscire a fondare una cooperativa multiservizi per dare sostegno alle famiglie dei bambini che sono colpiti da malattie rare. Una cooperativa che desse anche lavoro a chi merita una seconda chance e mi riferisco agli emarginati, ex-detenuti, ex-alcolisti, ex-tossicodipendenti”.

Inoltre l’impresa di Filippo servirà anche per aiutare una famiglia albenganese il cui figlio (Mattia, 5 anni) è affetto da una grave malattia rara.