“Popy on the Road..to Rome”, meno sei giorni alla partenza. L’eco dell’iniziativa di Giorgio Massoli si espande

Il Coordinatore del Centro Studi Giuridici e Politici della FISH Onlus, Avvocato Massimo Rolla, parteciperà in prima persona all’iniziativa: “per arrivare ad un pieno ed elevato livello di civiltà bisogna comprendere la cultura della disabilità. Nel nostro Paese siamo ancora lontani da una cultura della disabilità che sia inclusiva in tutti gli ambiti della vita”

 

Meno 6, tanti ne mancano alla partenza per Roma. Ogni giorno che passa l’eco prodotta dall’iniziativa di Giorgio Massoli non perde d’intensità anzi si espande sempre di più. Si sta rivelando così importante che ha colpito al cuore tutta la comunità delle persone che direttamente o indirettamente sono coinvolte nella disabilità. Tutti vorrebbero fare almeno una volta lo stesso gesto per sentirsi liberi dal peso quotidiano e uscire dalla solitudine dei problemi verso una libertà carica di speranza e sostenuta dalla fiducia nella solidarietà della società. Questo sentire è talmente vero e forte che è arrivato anche ai rappresentanti associativi di livello nazionale.

Ed è appunto qui con noi, il Coordinatore del Centro Studi Giuridici e Politici della FISH Onlus l’avvocato Massimo Rolla che, fra gli svariati incarichi, ricopre anche quello di Disability Manager al Comune di Marsciano dove risiedono Giorgio Massoli e la sua famiglia.

L’avvocato Rolla inoltre è, insieme al Prof. Salvatore Nocera ed al Gruppo Studi della FISH, l’estensore del testo delle proposte che, Giorgio Massoli e i suoi compagni,  guidati dal Presidente della FISH nazionale Dott. Vincenzo Falabella, presenteranno al termine del loro viaggio la mattina del 23 dicembre al Ministero dell’istruzione nell’incontro con il sottosegretario Sasso.

Ma non è tutto, perché l’avvocato, ha deciso di impegnarsi in prima persona partecipando personalmente all’iniziativa assieme a tutti loro.

Per questo siamo onorati di averlo sul nostro giornale e di poterci confrontare sulle tematiche che ci stanno più a cuore.

Giorgio Massoli

Incominciamo riflettendo sull’iniziativa di Giorgio Massoli  che, come già detto, ha colpito la comunità perché accende i riflettori sui diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Veramente queste iniziative sono importanti perché vogliono scuotere le istituzioni dal loro torpore e le invitano a riflettere sui pregiudizi ancora diffusi sulla disabilità, lei cosa ne pensa?

Rispondo alla Sua domanda con un’altra domanda: perché è ancora necessario accendere i riflettori sulle problematiche dei diritti delle persone con disabilità?

Non è solo una questione di “pregiudizi”, è più che altro una questione di diritti, molto spesso, ahimè, ancora troppo “negati”, nonostante negli ultimi anni, grazie all’impegno delle Associazioni e delle Federazioni maggiormente rappresentative, tanto è stato fatto.

Il concetto di inclusione, ancora oggi, non è ben compreso e soprattutto, cosa ancora più grave, molto spesso viene distorto nel suo significato. I diritti “negati” sono i più vari, dalla scuola, al lavoro alle barriere architettoniche e sensoriali, allo sport, alla vita di tutti i giorni.

Le iniziative, come quella di Giorgio e dei Suoi amici, che ha trovato nella Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, nella persona del suo Presidente Dott. Vincenzo Falabella, un sostegno valido e concreto, tendono a far ricordare alle Istituzioni, che i problemi delle persone con disabilità, se adeguatamente affrontati con impegno, capacità e buon senso, possono essere risolti in sinergia ed in comunione di intenti, non sprecando risorse ed avendo come finalità la vera inclusione che deve avvenire in ogni ambito della vita della persona con disabilità.

 

Inoltre le chiedo una riflessione sulla scuola. Le associazioni da sempre chiedono risposte rapide e atti concreti sull’inclusione scolastica che registra puntualmente disagi e disservizi che coinvolgono gli alunni e le alunne con disabilità e le loro famiglie. L’emergenza Covid-19 ha messo a rischio il diritto all’istruzione di tanti bambini con disabilità che sono stati privati della possibilità di apprendere, socializzare, far fiorire talenti e aspirazioni, costruire liberamente il loro futuro cosa ne pensa?

L’emergenza ha fatto emergere problematiche latenti ma già conosciute ed affrontate più volte dalle Associazioni maggiormente rappresentative nonché da associazioni presenti nei vari territori Italiani.

L’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità è stata sempre al centro di molteplici problematiche a partire dalla mancanza degli insegnanti di sostegno, dalla loro stabilizzazione, da mancate specializzazioni ed altro.

L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità deve essere un punto di forza della scuola italiana che vuole e deve continuare ad essere una comunità accogliente nella quale tutti gli alunni, a prescindere dalle loro diversità funzionali, possano realizzare esperienze di crescita individuale e sociale. La piena inclusione degli alunni con disabilità è un obiettivo che la scuola dell’autonomia deve perseguire attraverso una intensa e articolata progettualità, valorizzando le professionalità interne e le risorse offerte come i docenti di sostegno, finanziamenti di progetti e attività per l’integrazione, iniziative di formazione del personale docente di sostegno e curricolare nonché del personale amministrativo, tecnico e ausiliare.

La pandemia ha isolato gli alunni ed alunne con disabilità, in special modo quelli e quelle con disabilità intellettivo relazionali che sono, ricordiamolo, il 90% del totale.

La didattica a distanza, se è stata senza dubbio alcuno, deleteria per i ragazzi e le ragazze di ogni ciclo scolastico, immaginate come possa essere stata affrontata dagli alunni ed alunne con disabilità e dalle loro famiglie; la mancanza di socialità ed empatia con il gruppo scuola, l’impossibilità, nella maggioranza dei casi, di avere insegnanti per l’autonomia a causa delle restrizioni pandemiche, l’impossibilità di uscire durante il lockdown per i ragazzi e le ragazze affette dal disturbo dello spettro autistico ed il disagio, al contempo, affrontato dalle loro famiglie che hanno toccato con mano la regressione dei loro figli in un percorso scolastico che aveva mostrato, fino a quel momento dei progressi.

Ebbene, tutto questo è stato  e sarà, oggetto di proposte, iniziative legislative e ministeriali per evitare che tutto ciò che è successo, possa nuovamente accadere in situazioni simili, sperando che non ve ne siano più in alcun modo.

Le associazioni impegnate per i diritti delle persone con disabilità, vedono nel PNRR l’occasione per ripensare in modo generale lo Stato Sociale, un nuovo sistema di diritti nella salute, nell’istruzione, nel lavoro, rimuovendo tutti gli ostacoli che impediscono una piena inclusione cosa ne pensa?

L’attenzione verso le persone con disabilità e le loro famiglie caratterizza il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) interessando differenti misure e comportando un impegno trasversale da parte di più amministrazioni competenti.

La FISH ha presentato e consegnato al Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi, in occasione della VI Conferenza Nazionale sulla disabilità svoltasi proprio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, un documento, redatto da tutti i Gruppi di lavoro costituenti il substrato associativo della Federazione, contenente tutte le future azioni politiche che si dovranno adottare per le persone con disabilità partendo dalla Strategia Europea, alla Legge delega sulla Disabilità al PNRR per la costruzione del 3° Piano di Azione 2021-2030.

Tale documento mira ad adottare ogni tipo di scelta politica per costruire e garantire i diritti delle persone con disabilità in ogni ambito, partendo da una piena e concreta attuazione della Convenzione Onu dei diritti delle persone con Disabilità troppo spesso nominata e poco spesso attuata.

I campi dove queste scelte di attuazione si dovranno indirizzare, applicando le risorse pervenute attraverso il PNRR saranno l’accessibilità universale, la mobilità attraverso l’Unione Europea, la salute, la riabilitazione e l’abilitazione, i percorsi formativi inclusivi nel mondo scolastico, una inclusione lavorativa di qualità, sfruttando appieno “l’accomodamento ragionevole”, la cultura, lo sport ed il turismo accessibile.

 

Infine una riflessione sulla nostra Italia. Il livello di civiltà di una Nazione si misura sulla capacità di assicurare inclusione, pari opportunità e partecipazione delle persone con disabilità e delle loro famiglie, cosa ne pensa?

E’ vero e sono perfettamente d’accordo ma è anche vero che per arrivare ad un pieno ed elevato livello di civiltà capace di assicurare inclusione, pari opportunità e partecipazione, bisogna comprendere la cultura della disabilità.

Nel nostro Paese siamo ancora lontani da una cultura della disabilità che sia inclusiva in tutti gli ambiti della vita, ed è la società stessa che non comprendendo tale cultura, mantiene ancora oggi stereotipi e barriere.

Nelle case, negli edifici, per le strade, in TV e sui giornali, dovrebbero essere previsti gli ausili ed accorgimenti che garantiscano la piena fruibilità e accessibilità anche alle persone con disabilità fisiche e sensoriali.  Se vi fossero rampe di accesso agli edifici, segnali sonori agli attraversamenti pedonali, numeri di stalli sufficienti per le persone con disabilità, se fosse inserita la lingua dei segni con i sottotitoli per non udenti in ogni programma televisivo, allora potremo dire di aver raggiunto la piena e completa cultura sulla disabilità.

Avvocato la ringraziamo calorosamente per le riflessioni che ci ha proposto ma soprattutto per l’impegno di solidarietà che ha preso nei confronti di Giorgio dei suoi compagni in particolare, con Caterina che il papà chiama Poppy, Poppy on the road. Grazie ancora e buon cammino verso Roma.